Jam session

Ieri abbiamo iniziato le “jam sessions” culturali con un gruppo di liceali-filosofi. L’idea è che ognuno porti un pezzo, sia una poesia, un’opera d’arte, una canzone, la scena di un film, la pagina di un romanzo o di un fumetto: denominatore comune un messaggio di verità e bellezza, un senso che questo frammento di cultura ha consegnato a chi lo propone. Per condividerlo e generare anche negli altri contemplatori-filosofi nuovi spunti. Creatività e domande virali.

Ed è stato subito così, già con il primo test.
Abbiamo iniziato con i Muse, Thought Contagion (testo e traduzione) e il loro video delirante anni 80. Ci ha parlato di politica, di pensiero dominante, di contagio, mainstream e di ribellione. Non male come opening.

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E abbiamo chiuso con un grande classico, Who wants to live forever (testo e traduzione). Citazioni sparse appuntate da un (ex-)fan dei Queen mentre guardavamo il video (liturgico al punto giusto):

What is this thing that builds our dreams
Yet slips away from us?

Who dares to love forever?

Who waits forever, anyway?

E se le riposte che cercano i filosofi-sedicenni sono queste, abbiamo fatto centro.
Jam session da ripetere!

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Come si cambia il mondo?

Le cose piccole fanno la differenza. Anche quando sei impegnato in missioni da cui dipende davvero qualcosa di grande. E se vuoi cambiare il mondo, inizia da qui: metti in ordine qualcosa ogni giorno. Ogni giorno. Ogni giorno… sì, anche oggi.

È la storia che racconta l’ammiraglio William H. McRaven in questo video che da anni fa il giro del mondo. Un consiglio semplice e potente, per adolescenti, bambini, mamme, papà, sognatori e umani in generale.

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Thauma, filosofia e Joker

Gli uomini hanno cominciato a filosofare, ora come in origine, a causa della meraviglia [thauma]: mentre da principio restavano meravigliati di fronte alle difficoltà più semplici, in seguito, progredendo a poco a poco, giunsero a porsi problemi sempre maggiori: per esempio i problemi riguardanti i fenomeni della luna e quelli del sole e degli astri, o i problemi riguardanti la generazione dell’intero universo. Ora, chi prova un senso di dubbio e di meraviglia riconosce di non sapere; ed è per questo che anche colui che ama il mito è, in certo qual modo, filosofo: il mito, infatti, è costituito da un insieme di cose che destano meraviglia. Cosicché, se gli uomini hanno filosofato per liberarsi dell’ignoranza, è evidente che ricercarono il conoscere solo al fine di sapere e non per conseguire qualche utilità pratica.

(Metaph. A 2, 982 b 11-21, trad. it. Giovanni Reale)

 

Non è per ignoranza che ci meravigliamo. Ognuno riconosce di non sapere alcune cose, ma non per questo se ne meraviglia e desidera poi scoprire cosa c’è dietro, come funziona. Anche solo per motivi di tempo, per quanto possa essere curioso, forse mi disinteresserò e, per esempio, non approfondirò mai il modo esatto in cui si propaga la luce nell’aria. Non lo so, ma sto bene così: non è automatico il passaggio dall’ignoranza al desiderio di conoscenza.

E infatti la meraviglia forse è per le cose che risultano diverse da come ci aspettavamo e che per questo arrivano persino a turbarci. Mi meraviglierei se la luce del sole non illuminasse come sempre ho visto, se qualcosa andasse in modo diverso.
È un turbamento positivo, ed è così che nasce la meraviglia di Aristotele, quella che muove ad agire, incuriosisce, e spinge ad avvicinarci per conoscere. Guardare con attenzione, ascoltare, cercare di capire. Stupore, bocca aperta. E allora desidero sapere, perché, tra tante cose che non so, questa non me l’aspettavo.

Ne parlavo con un gruppo di studenti liceali. E ci siamo chiesti: ma noi ci meravigliamo ancora oggi? E per cosa?
Abbiamo il tempo, lo spazio mentale, e la voglia di fermarci a guardare con più attenzione qualcosa? E se no, perché?

A volte le nostre vite, forse, sono troppo piene, iperorganizzate. Non sarà che abbiamo paura di non poter controllare tutto, che tutto sia previsto e vada come mi aspettavo?
Forse, anzi, il vero punto è che, a volte, non vogliamo proprio meravigliarci.

Ma com’è una vita senza meraviglia?

Per questo, nella sua caotica follia, ci siamo ricordati improvvisamente di Joker (quello vecchio, il nuovo è ancora da vedere). Joker, l’agente del caos, che stupisce, incuriosisce, attrae e finisce per sembrar quasi… ragionevole.

Social e smartphone secondo Simon Sinek

Direste mai a un figlio in crisi di farsi una bella bevuta per sentirsi meglio?
Uno sguardo brillante all’impatto dei social e dei cellulari sulle nostre relazioni e sul lavoro. 18 minuti da non perdere. Intelligente, educativo ma soprattutto incollato alla realtà.

ps. Simon Sinek è un consulente di marketing e uno dei più noti speaker mondiali ospiti di TED.

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Grinta

Sto preparando una conferenza per genitori sugli habits e ce n’è uno che in molti ritengono sia il segreto di una vita equilibrata, serena, costruttiva, qualcuno azzarda persino… felice.

È la grinta, sinonimo di:
perseveranza
costanza
determinazione
fedeltà
tenacia
assiduità
caparbietà
fermezza
stabilità
fortezza.

Consiglio questo TED, breve breve, per farsi un’idea di quello che oggi potrebbe servire in tutti i contesti educativi, famiglia, scuola, sport, …

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