Costruire un’idea

Devi tenere un discorso, fare una presentazione o anche solo una buona interrogazione?

Qual è il segreto di tanti grandi oratori e speaker politici? Trasferire nella mente degli ascoltatori la tua idea. “La”, cioè una idea, una sola, chiara il più possibile, “scrivibile” in una frase. E, come spiega Chris Anderson in questo video, è questo il tuo dono per chi ti ascolta (o, se preferisci, il tuo obiettivo quando devi convincere qualcuno di qualcosa): costruire un’idea nella mente del pubblico. Perché l’idea è “la forza più potente che determina la cultura umana“.

Un concetto semplice, che mi ha ricordato anche Inception, il capolavoro di Nolan. Ma intanto, suggerisco di godersi questo tutorial da uno dei padri dei TED Talks, con i suoi 4 punti da tenere sempre ben presenti prima di uno speech.

(e per farsi venire la voglia di rivederlo, ecco anche il trailer di Inception: https://www.youtube.com/watch?v=gzhcWpzUUIg)

Proprio ora

Un passo dopo l’altro. Ma un passo scelto, non pensato, semplicemente fatto.
Da qualche parte bisogna iniziare. Da un momento preciso.
Anche se non sembra quello giusto.

“L’unico modo per iniziare a fare qualcosa è smettere di parlare e iniziare a fare.”
Walt Disney

MiniHabits

Cos’è un habit? Una abitudine, una cosa che impariamo a fare ripetendola tante volte da riuscirci con sempre meno fatica. Un esempio? Bere un litro d’acqua al giorno fuori dai pasti. O rifarsi il letto ogni mattina. Iniziare a studiare senza rimandare (!!). Fare cinquanta addominali al giorno. Le prime volte un dramma, ma a colpi di ripetizioni, e un giorno dopo l’altro, alla fine i teorici degli habits dicono che sarà sempre più facile.


Ma è davvero così?
Come superare lo scoglio di quelle fatidiche prime volte in cui è veramente difficile vincersi e inziare a cambiare? O peggio ancora, come perseverare e non rimandare?
Il video risponde a questa domanda (e, per i curiosi, fa riferimento a un libro che trovi qui). Illuminante.

In sintesi, la soluzione è scegliere un minihabit, talmente facile da non poter saltare nemmeno un giorno. Perché il vero punto è tenere in movimento il motore dell’abitudine. Fare ogni giorno, per quanto poco, ma fare. Muoversi.
Un esempio? Obiettivo: iniziare a fare addominali. Oppure leggere un tot di minuti al giorno.
Non puntare all’abitudine di fare ogni giorno 20 addonimali o di leggere 10 minuti al giorno. Sembra facile? Non lo è per niente, anzi, non riuscirai, assicurato. Non ce la farai per i fatidici 90 giorni che gli psicologi dicono siano necessari per acquisire un’abitudine. Mollerai di sicuro entro 10 giorni. Niente libri letti né tartarughe per l’estate. Non è pessimismo, è realismo e lo sappiamo tutti.

Cosa suggerisce il video? Inizia facendo 2 addominali al giorno o leggendo 2 minuti.
Due? Sì, proprio due. Ridicolo? Forse. Anzi, talmente facile che non potrai non riuscirci. E vedrai che cambierà tutto. Lo farai ogni giorno e ci saranno giorni in cui farai anche di più (e ti darà una soddisfazione enorme!). Ma sempre almeno 2, anche quando non hai voglia, quando sei stanco, quando è andato tutto male.
Cosa ci vuole a fare due addominali? Tre secondi. E a leggere due minuti (per questo articolo ne hai impiegati proprio 2)? Ridicolo, facile. Verissimo. Ma quei tre secondi quotidiani, quei due minuti di lettura ti faranno riorientare la tua capacità di cambiare, la tua autostima e anche i risultati.
Facilmente. Provare per credere.

Il destino bussa alla porta

Questa settimana, guidati da Simone Schermi, violinista del conservatorio di Genova, abbiamo forse toccato una delle nostre vette. Ascoltare insieme la Sinfonia n. 5 di Beethoven, con brevi intermezzi di introduzione ai tempi e ai movimenti, ha reso vero quello che Platone diceva 2200 anni prima di Beethoven: La musica è per l’anima quello che la ginnastica è per il corpo.

Nell’epoca del workout e delle palestre a suon di rap, dubstep e musica che pompa, abbiamo bisogno anche di altre armonie, più sottili, più lucide e inaspettatamente potenti. Con qualche pregiudizio, forse perché un po’ analfabeti, possiamo chiudere gli occhi per dieci minuti e entrare ogni tanto in un mondo che forse ci eravamo persi per i troppi rumori di fondo.
Ma servono strumenti per ascoltare, apprezzare e, perché no, affinare un po’ il palato. E quindi grazie Simone e non pensare di cavartela con una sola puntata!

ps. Il destino che bussa alla porta? È il senso di quel ta-ta-ta-ta dirompente che attraversa questa sinfonia in modo quasi ossessivo. Come la morte (o la sordità per Beethoven). Non lo ricordate? Ma sì…

Fall forward

Non sono un appassionato del “motivazionese” (di Denzel Washington assolutamente sì), ma forse in questi giorni, con un po’ di tempo in più da perdere su YouTube, un video ogni tanto per ripartire (e non solo prepararsi a ripartire, cosa c’è da aspettare?) può servire. Ovviamente dedicato ai più giovani, ma forse anche per gli “enta”, i quasi “anta” e successivi.

If you don’t fail
You are not even trying
To get something you never had
You have to do something you never did

(… Italia too needs your help!)

youtu.be/tbnzAVRZ9Xc